Grazie don Valerio

Si potrebbero fare tanti discorsi davanti a quello che oggi ci è stato ufficialmente comunicato. Prima ancora delle parole però, ciò che si muove dentro sono le tante e contrastanti emozioni. Un Vescovo è padre, pastore, e lo può essere in molti modi. Non esagero col dire che la scelta comunicata oggi dal nostro amato don Valerio non è meno paterna di tante altre scelte che in questi nove anni di episcopato ce lo hanno fatto sentire vicino!

Lo Spirito Santo ci parla anche così, attraverso le dimissioni di un Vescovo. Ci vuole coraggio a fare un passo indietro e oggi mons. Valerio ci insegna forse la cosa più importante di tutte. Scrive nel suo messaggio: “Ho cercato in questi anni di fare riferimento solo a Lui, di parlarvi solo di Lui, di portarvi a Lui, distogliendo da me il più possibile il Vostro sguardo. Non lasciate che questo momento Vi distragga da Lui.” Questa frase penso incarni al meglio l’eredità che il nostro caro Vescovo ha voluto lasciarci.

Vivere da cristiani senza mettere al centro Gesù, è follia. Oggi mi chiedo se come cristiani siamo esclusivamente rivolti ad organizzare tante attività, chiamandole poi “pastorale”, oppure crediamo davvero che è la nostra persona a doversi trasformare in luce e sale. Nulla può essere sostituito dalla nostra persona, laico o prete che sia. La fatica di cui ci ha parlato mons. Valerio è certamente legata alla sua specifica persona, tuttavia mi interpella – in primis come sacerdote –  a chiedermi se per caso non sia diventato un event manager che cerca solo di “organizzare” la luce. Assisto un po’ a livello generale a un rincorrersi di teorie, sistemi, ricerche, e mi dico: ma non rischiamo così di perdere la cosa più preziosa: riconoscere il tempo in cui siamo visitati? (cfr. Lc 19,41-44)

Alla resa dei conti, Gesù ci chiederà forse titoli, risultati, successi, numeri, oppure soltanto: hai amato sempre, tutti? Abbiamo un’infinità di strumenti per sapere cosa accadrà fra un’ora, due ore, che tempo farà, e fatichiamo invece a riconoscere la presenza del Signore. Lui è presente e noi, i suoi discepoli, non lo sappiamo vedere.

Quando le forze in campo sono poche – e oggi nella Chiesa assistiamo sempre più a questa emorragia dei suoi figli – sbagliare battaglia diventa fatale. Grazie don Valerio perché la tua rinuncia al governo della Diocesi di Lugano contiene in qualche modo anche una denuncia: il rischio reale di non saper più leggere la Presenza di Dio in mezzo a noi.

Siamo tutti presi dalle cose da fare; abbiamo ancora il tempo di incontrarci veramente?

Proprio oggi sono andato a trovare una signora anziana malata. Entrato in casa regnava il silenzio, c’era solo lei. La tentazione di tenere sottocchio l’orologio era forte, avevo solo mezzora! Ma ad un tratto è stato come se il tempo si fosse fermato e in quel momento ho capito: avevamo iniziato ad incontrarci veramente. E Dio era lì ad incontrare noi.

Caro mons. Valerio, ti ringraziamo per tutto quello che ci hai donato e ti auguriamo ogni Bene per il proseguimento del tuo cammino. Come ci hai promesso tu, anche noi ti promettiamo di continuare a tenere saldo il vincolo che ci unisce per sempre a te, padre, fratello e amico.

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